Tolman considera le mappe cognitive una variabile interveniente, che dunque può concorrere, insieme agli stimoli, a determinare la risposta, ma dato il nuovo introdotto dai suoi esperimenti è l'assistenza di una forma di apprendimento latente che non è immediatamente visibile e non dipende dal rinforzo ma può essere determinata da aspettative del conseguimento dell'obbiettivo. Un altroesperimento condotto da Tolman sembrerebbe confermare questa asserzione:
Emerse che i topi appartenenti al secondo gruppo, privi del rinforzo, non riuscirono in alcun modo a rintracciare l'uscita del labirinto mentre quelli del primo gruppo (a cui era stato fin da subito somministrato il rinforzo) e quelli del terzo gruppo (ai quali il rinforzo fu somministrato dodici giorni dopo l'inizio) riuscirono a completare il labirinto senza differenze apprezzabili di prestazione fra do loro. Tolman trasse la conclusione che i topi erano in grado di apprendere anche in mancanza di rinforzo, ma tale apprendimento si manifestava sotto forma operativa solo in presenza di del rinforzo stesso, il che giustificava le eguali prestazioni riportate dai topi del primo gruppo e quelli del terzo
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